Il 2021 è stato un anno difficile in tutti i settori e nella sfida Eurotherm ha scelto di puntare sull’innovazione.
Per quanto i discorsi rischino di trasformarsi in banalità, risulta impossibile anche solo pensare ad un resoconto dell’anno appena trascorso senza chiamare in causa il Covid-19.
È cosa nota: non esiste settore produttivo che non abbia risentito almeno in parte della catena di conseguenze che la pandemia e la sua gestione hanno scatenato.
L’iniziale riduzione degli ordini, il rallentamento delle dogane, l’ingarbugliarsi della logistica, la ridotta disponibilità di materie prime e semilavorati, i ritardi di produzione, il lievitare dei prezzi e dei tempi di attesa per il consumatore finale: non c’è azienda che, dopo la prima fase – quella detta delle “mani nei capelli” – non abbia dovuto rimboccarsi le maniche e fare buon viso a cattivo gioco. Aggiustando strategie, ristrutturando flussi e processi, ammodernando o innovando.
Il 2021 di Eurotherm
A dispetto delle condizioni sanitarie, logistiche e di mercato decisamente complicate, Eurotherm è comunque riuscita a crescere, aumentando il proprio fatturato.
Il settore della verniciatura risente ovviamente del rallentamento di quelli a monte, cioè della produzione dei pezzi da verniciare, ma il nostro mercato ha retto il colpo.
Anche noi abbiamo risentito in modo diretto delle diverse condizioni nelle quali operiamo: in primis, a causa dell’incremento generalizzato dei costi dei semilavorati: in particolar modo delle lamiere, elemento cruciale per la realizzazione dei nostri prodotti.
Se c’è stata una sfida più dura, è stata senza dubbio quella di far quadrare i conti, prioritizzando le commesse già acquisite ma non ancora prodotte: cosa che ci ha richiesto un’ancora maggior attenzione alla gestione di materiali, componenti e scarti.
Ampliamenti e riorganizzazioni: Eurotherm si è tenuta occupata
La storia è quella di una riorganizzazione che parte da una innovazione produttiva.
Il movente ci è stato dato dall’adozione della piegatrice Schröder MAK4EVO. Al di là delle qualità tecnologiche eccezionali, sia a livello di capacità di lavoro che di prestazioni, questa nuova macchina ci ha permesso di portare in house le operazioni di piegatura che prima, a causa delle grandi dimensioni delle lamiere, eravamo costretti ad appaltare a fornitori esterni. Abbiamo così potuto pensare all’organizzare di un intero nuovo reparto, nel quale adesso sono attivi cicli di piegatura flessibili, veloci, e gestiti secondo i dettami della Lean Production e di Industria 4.0. (Abbiamo dedicato un articolo alla piegatrice e al nuovo reparto di piegatura).
Già che c’eravamo, abbiamo ampliato l’unità produttiva EU2 aggiungendo un nuovo reparto per assemblaggio, mossa che ha di fatto raddoppiato la capacità produttiva. Abbiamo inoltre creato un nuovo reparto di montaggio e saldatura per macchinari inox e ampliato il magazzino di stoccaggio.
Abbiamo anche inaugurato la nuova mensa per i dipendenti e, dato che saremo ingegneri, ma abbiamo un occhio di riguardo per l’estetica (o, almeno, ce l’hanno le nostre mogli), abbiamo arricchito l’ingresso aziendale con un nutrito numero di piante.
È possibile parlare di futuro?
Sicuramente, ma forse non è il caso di farlo. Non si tratta di una frase scaramantica, né pessimista. Tutt’altro. Il fatto è che, se c’è una cosa certa, questa è sempre di più proprio l’incertezza. Gli ultimi due anni ci hanno insegnato come le carte in tavola possono cambiare in modo repentino e inaspettato. E come il banco vinca sempre… sempre che tu, azienda, non ci metta davvero la testa.